Da Salemi a Capo Nord. l’avventura Pandinord
Viaggiare è sempre un’emozione unica, specialmente se si fa in compagnia di amici e persone alle quali si vuole bene. Però l’idea di viaggio ormai ai nostri tempi è quasi sottovalutata, perché quando vai via in aereo o in treno perdi un po’ l’adrenalina e la voglia di catturare i momenti, questi vengono rubati da un mezzo che aumenta la velocità di un percorso che andrebbe affrontato con cautela, con le braccia aperte, pronti per ricevere le emozioni diciamo vecchio stile. Come si può risolvere questo problema che sembra avversare il mondo moderno? Facile, un viaggio “on the road” con un’auto, magari con qualche chilometro di troppo, verso una meta lontana, magari Capo Nord, punto più a nord dell’Europa continentale. Da anni nella mente di Claudio Marino (26 anni, laureato in psicologia clinica) vacilla quest’idea, prendere un’automobile e guidarla fino in capo al mondo, ma non ha mai trovato nessuno con la voglia e la fame di volerlo accompagnare, fino al luglio di quest’anno. Alessio Caradonna (19 anni, studente presso la facoltà di lettere e Filosofia di Roma) e Simone Cascia (31 anni, insegnate di matematica e fisica, laureato in ingegneria territorio e ambiente) sono i nomi dei ragazzi che, appresa l’idea, hanno accettato subito, visto che alle spalle hanno tanti viaggi, ma mai di questo tipo. Tutti e tre hanno visto tanto nella loro vita, partendo dalla Florida per arrivare al Giappone, passando per Perù e Kenya, tanti bei posti visitati, ma raggiunti sempre tramite mezzi sopra citati.
Trovata la squadra, il prossimo passo è quello di scegliere l’auto che accompagnerà i ragazzi. La scelta fu difficile, ma si andò verso la Fiat panda arancione di proprietà di Alessio Caradonna. Fato volle che la Fiat, nel periodo in cui i ragazzi stessero organizzando il viaggio, presentò la campagna “Operation No Gray”, immergendo l’auto in questione in una vasca piena di colore arancione. Capirono lì che il destino era segnato e stava per prendere forma, anzi colore. La scelta era fatta. Proprio la Fiat fu protagonista di un cambio di rotta, di cui parleremo dopo.
Fissata partenza e ritorno (2 agosto la prima, 25 agosto la seconda), disegnato l’itinerario, trovati gli sponsor, era tutto pronto per partire. Ma mancava qualcosa. Così si palesò nella mente dei ragazzi l’idea di registrare tutto e pubblicare i video e le immagini prodotte su un canale social, Instagram e TikTok che sia, per rendere tutti partecipi del viaggio. Adesso sì che ha inizio Pandinord, la storia di 3 ragazzi che partono da Salemi, per raggiungere Capo Nord.
Partendo dalla già citata cittadina del Belice, percorrono tutta la costa settentrionale della Sicilia, risalgono tutta la penisola italiana, arrivano in Svizzera, passando dalla profonda foresta nera tedesca, prendono il traghetto in Danimarca, per arrivare infine nella tanto desiderata e agognata Norvegia, pronti per risalire anch’essa e arrivare li, dove il giorno dura 24 ore. In Norvegia sono stati vittime di non pochi problemi, le renne che attraversano la strada ogni 100 metri, il cibo che ovviamente non è paragonabile al nostro, ma soprattutto il maltempo, causa di ritardi sull’itinerario. Si parla di strade interrotte dietro l’angolo, ma soprattutto Blackout che colpirono tutto lo stato. Dopo mille avversità però riescono ad arrivare a Capo nord. Giusto il tempo di fare un salto nelle isole Lofoten, esperienza ricordata dai ragazzi come la più bella in assoluto, e ripartenza verso sud. Qui la sorpresa più inaspettata, il video messaggio da parte di Olivier François, CEO della Fiat, che li invita a Torino nello stabilimento automobilistico, per guidare la ormai famosissima panda arancio sulla pista 500.
Fine delviaggio con accoglienza trionfale nella loro Salemi, dove hanno trovato una festa organizzata dall’amministrazione comunale, che li ha riconosciuti come veri e propri eroi. La parola “eroe” può essere trovata un po’ eccessiva e forse esagerata, ma è figlia dell’idea comune che è nata nelle menti del paese. Tutti parlavano di Pandinord, del viaggio, se ce l’avessero fatta o no, il movimento che si creò fu imbarazzante.
Arrivando hanno tagliato il cordone di color rosso che sancìsce la fine del viaggio, ma chissà che non possa esistere anche un Pandisud, infondo si è chiuso un capitolo, non la storia.
Salvatore Vultaggio