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“Dall’Africa all’Estremo Oriente: la struttura dinamica del Centro del villaggio nel fluire dell’intero divenire cosmico”. Presentata l’opera di Antonio Serina

Si può guardare alla struttura dell’universo osservando soltanto lo scheletro dei villaggi africani? Il dottor Antonino Serina, si trovava in Africa e osservando il metodo con cui era costruito un villaggio dei Lotuho, popolo africano, ebbe l’illuminazione. Quel palo di ebano piantato nella terra al centro della frazione africana gli ha ricordato qualcosa e gli ha suggerito una teoria: la struttura dell’intero villaggio ricorda la composizione atomica dell’universo; quindi è possibile che tutto l’universo si costruisca con semplici costruzioni dinamiche tra loro. Il professore Serina nasce come sacerdote e insegnate di religione, ma soprattutto come amante delle culture. Dopo aver passato diversi anni in Africa come missionario, tornò dai suoi viaggi profondamente cambiato, da non credente nella religione cristiana e capì che il suo ruolo era quello di animatore e fruitore di cultura. Appese la toga alla parete e si laureò in filosofia all’Università di Palermo. A seguire l’insegnamento e la stesura di libri che avevano al centro questa sorta di ossessione: spiegare la struttura dell’universo tramite la filosofia e la fisica . In occasione di quello che sarebbe stato il suo novantesimo compleanno, l’associazione socioculturale “Carlo Scaduto” e Pietro Di Nicolò, studente universitario, hanno deciso di ricordare il docente organizzando un convegno per presentare il suo ultimo libro, “Dall’Africa all’Estremo Oriente: la struttura dinamica del Centro del villaggio nel fluire dell’intero divenire cosmico”. La presentazione, avvenuta il 6 ottobre, si è aperta con un lunghissimo applauso nel nome di Serina da parte di una platea di parenti e amici, e non solo, lì per lui. Il compito di moderare la serata è toccato a Susanna Scaduto, figlia di Carlo Scaduto. Sono intervenuti monsignor Alessandro Damiano, arcivescovo della diocesi di Agrigento (che fu alunno di Serina) e Leonardo Carpinteri, il quale ha messo in scena una vera e propria lezione di fisica quantistica. Abbiamo visto anche proiettato un video-messaggio dell’amico Carlo Rovelli, che ha parlato della sua amicizia profonda con Serina. Rovelli, non a caso, è protagonista dei libri di Serina assieme alla sua cara fisica quantistica. Infatti c’è una sorta di linea che unisce gli ultimi tre libri del professore con Rovelli e che vanno a comporre una trilogia. Il primo, “Una schiuma danzante di piccolissimi quanti. L’universo di Carlo Rovelli, il filosofo viandante che imprime al divenire il carattere dell’essere”, uscito nel 2019, parla del rapporto del fisico con il filosofo Nietzsche. Il secondo, “Il fluire dell’essere e della vita. Platone, la potenza della natura Dynamis e la fisica quantistica”, risalente al 2020, parla della relazione con Platone. Infine, l’ultimo, quello presentato durante la manifestazione, parla di naturalismo. È intervenuto anche l’ultimo discepolo, ma soprattutto amico, del professore: Pietro Di Nicolò, che è stato la penna delle ultime parole del professore. Grazie a Di Nicolò abbiamo avuto l’ultimo libro: se non fosse stato per lui probabilmente la trilogia sarebbe rimasta incompiuta.
Salvatore Vultaggio